Di me si diceva che, da bambina, fosse più conveniente mantenermi a fette
di filetto piuttosto che a libri e questo la dice lunga sulla mia passione per la
lettura ( ma anche su quanto poco mangiassi ....)
Ma, di fronte alla proposta dell'
MTC n. 43 di abbinare un muffin a un romanzo, sono
rimasta a lungo in dubbio. Quale racconto scegliere? Pinocchio che ho adorato (insieme a
Cenerentola) da bambina, quando la mia maestra in seconda elementare, tutti i giorni, negli ultimi minuti prima della fine delle lezioni, ci leggeva un breve
brano della storia del burattino?
Gian Burrasca che mio padre - ai tempi in cui insegnava alle medie -
aveva scelto come testo di narrativa e e che io mi ero divorata per
conto mio? Piccole donne e tutta la saga della Alcott, romanzi su cui mi
ero sdilinquita da ragazzina (e sì, io sono vecchio modello........)? Dovevo cercare tra le pagine amatissime dei romanzi di Rermarque o tra le righe di qualcuno tra i libri
letti più di recente grazie un'amica bibliotecaria che
conosce la mia passione per i romanzi di ambientazione storica?
Nessun personaggio mi ha fornito l'ispirazione giusta e così sono andata a rifugiarmi, con una scelta che più banale non poteva essere, data la presentazione che di me ho fatto, quando tre
anni fa, ho aperto la mia cucina virtuale, tra i romanzi di Jane Austen.
Io che, diciannovenne, ho scelto, per l'esame
di maturità, una tesina su Emily Brontë, Cime tempestose e la sua
tormentata e folle eroina, sono poi approdata, a dimostrazione di
come nella vita si cambi, alle atmosfere quiete della campagna inglese
di inizio Ottocento, al piccolo mondo di Jane Austen, fatto di tazze di
te e ritratti a carboncino, di nastri per cappelli e di balli, tra ragazze in cerca di marito, piccola nobiltà decaduta, giovani
ufficiali arrivisti, affascinanti gentiluomini impettiti e orgogliosi, ma dal
cuore generoso, vecchie signore pettegole..........
E così sono andata a rileggere e ad apprezzare, ancora, Persuasione, il meno noto forse, ma il mio preferito, tra i romanzi della "zitella illetterata" e a ritrovarne, come una vecchia amica, Anne Elliot.
Anne è, agli occhi di tutti, "soltanto Anne": non più giovane, non bella, apparentemente insignificante, a suo agio nella quiete della campagna più che nello scintillio mondano, è forse l'unico tra i personaggi
della Austen che non si fa fatica ad immaginare in una dimensione
domestica.
Non ha la vivacità di Elisabeth Bennet o la passione romantica di
Marianne Dashwood, non è capricciosa e manipolatrice dei destini altrui come
Emma (che antipatica !), non è nemmeno piena di
paturnie come Jane Mansfield.
In realtà Anne (una Elinor Dashwood più matura) è forse il personaggio più complesso e più profondo tra
tutti quelli che si muovono nei romanzi della Austen; è una donna e
non una ragazza e, di una donna ha la profondità di sentimenti,
l'equilibrio e la consapevolezza di sè, acquisita a poco a poco.
Una
Cenerentola, in fondo, che senza l'aiuto della fata, ma grazie
alla riscoperta di se stessa, trova - o meglio ritrova - l'amore del
capitano Wentworth, che era stata persuasa a non sposare quando lei era troppo giovane e lui un ufficiale di marina di belle speranze ma di poche ricchezze.
E, a ben vedere
anche un muffin è solamente un muffin, un dolce semplice e casalingo,
ma non è scontato nella sua preparazione; appare banale ma può
nascondere un cuore delicato; sembra insignificante ma può
distinguersi per un profumo che lo rende indimenticabile.
E la mela renetta è solamente una mela, nemmeno tra le più belle, ma, come Anne, è la mia preferita
INGREDIENTI
(per 6 muffins)
150 grammi di farina bianca
50 grammi di zucchero
40 grammi di burro
1 uovo
1,5 cucchiaini di lievito in polvere
1 pizzico di bicarbonato
1 pizzico di sale
50 grammi di yogurt naturale
50 ml di latte
una mela renetta
cannella
PROCEDIMENTO
I muffins non sono complicati da preparare; basta seguire l'ordine giusto e
Francesca spiega trucchi e passaggi, con grande chiarezza.
Rivestire
con i pirottini di carta la teglia da muffin (la mia è da 12 quindi per questa
infornata ho riempito 6 cavità con i pirottini collocando sul fondo un
pizzico appena di cannella e 6 con l'acqua) e scaldare il forno a 200° .
Sbucciare e tagliare a cubetti la renetta e farla saltare
rapidamente in padella con una punta di burro (giusto perchè non
si attacchi) e insaporirla con un pizzico di cannella
Setacciare in una ciotola la farina, il lievito ed il bicarbonato e la cannella
In un'altra ciotola lavorare il burro morbido con lo zucchero e unire l'uovo; aggiungere il latte e lo yogurt (tutti a temperatura ambiente)
Versare gli ingredienti liquidi in quelli asciutti e mescolare rapidamente.
Riempire
gli stampi per 2/3 , collocare in ciascuno una cucchiaiata abbondante di mela e
coprire con un altro po' di impasto (siate rapidi!!)
Infornare a 180° (il mio forno vecchiotto ne chiede un po' di più) per una ventina di minuti o comunque fino a che i muffins sono dorati.
Sfornare, lascia riposare nello stampo e quindi far raffreddare su una gratella per dolci.
Gustare con una tazza di té e un buon libro (quello che vi piace di più), oppure in ufficio (in questo caso senza libro...)
E con questi muffins, banali ma profumati, partecipo, ovviamente alla sfida n. 43 dell'MTC
Nota a piè di pagina n. 1: la sfida era ancora più difficile perchè qui era richiesto di svelare anche qualcosa di noi stesse e la cosa, come sempre, mi ha spiazzato
Nota a piè di pagina n 2: avevo pensato anche di cercare l'abbinamento nella musica, ma non ci sono riuscita: abbinare Mozart a un muffin? Troppo compatto il secondo per la perfetta armonia del primo.
Abbinare allora il muffin a Verdi che traduce in musica le mie lacrime e le mie arrabbiature?
E’ vero che il muffin è un dolcetto americano ma da qui ad abbinarlo a
Riccardo, governatore di Boston, fascinoso protagonista del Ballo in
Maschera ce ne passa.
Un muffin alle violette per l'infelice Violetta Valery? Non mi
sembrava il caso anche se mi hanno regalato una gelatina alla violetta
che devo trovare il modo di valorizzare e che avrebbe potuto in qualche
modo arricchire il "Muffin Traviata"
Peggio che peggio sul versante poesia: si mangia mai nelle poesie di
Emily Dickinson? nulla nelle sue liriche mi evoca un muffin, anche se nella sua casa di Amherst magari qualche muffin sarà stato sfornato..