Sono, per natura, portata a programmare e continuo a farlo, anche se l'età e l'esperienza avrrebbero dovuto insegnarmi che difficilmente le cose vanno secondo i nostri progetti, che non sempre quello che ci succede è frutto delle nostre scelte .
A volte il "cambio di binario" mi ha portato, magari con percorsi avventurosi, verso destinazioni impreviste, ma felici, altre volte il cambio repentino, assolutamente imprevedibile, è stato doloroso e difficile da accettare, come è avvenuto in questo 2011, sorto tra tanti timori, ma pieno di rosee promesse e di progetti, che sembrava ben indirizzato su una rotta sicura e invece è naufragato miseramente prima ancora della metà, quando le rosee promesse si sono spente e sono sorte ben più grigie ombre.
E' questo veramente un anno nel quale non si possono fare programmi, di nessun tipo e con nessuna scadenza (anche il meteo ci mette del suo), nel quale devo fare di necessità virtù e imparare a decidere sul momento, a godere delle piccole cose , "umili e silenziose" come canta Madama Butterfly, facendo tesoro di singoli istanti, delle giornate di sole in un'estate piovosa, delle mattine limpide e dei tramonti spettacolari, degli arcobaleni che appaiono dopo i temporali.
La tendenza a programmare, comunque, è radicata in me anche in cucina e, anche qui , gli imprevisti e i cambiamenti dell'ultimo minuto hanno esiti alterni: a volte portano a scoperte piacevoli , che diventano ricette della "mia" cucina, come è successo con questo dolce, scelto, tra i tanti che ho voglia di preparare, per finire la confezione di amaretti aperta per il “latte di paradiso” e per la necessità di utilizzare una confezione di panna, prossima alla scadenza.
Ma, quando voluttuosamente ho immerso la punta del dito per coccolarmi con un po’ di panna liscia, sono stata punita per il mio peccato di gola: la panna era già acida e assolutamente inutilizzabile.
Che cosa fare dato che ormai il composto di pesche era già pronto, l’unico negozio del paese chiuso fino a metà pomeriggio e avevo promesso il dolce per una cena da amici? L’unica cosa utilizzabile in frigorifero era la ricotta e quindi ho dovuto fare anche qui di necessità virtù ed ecco quindi la versione light per forza del
SEMIFREDDO DI PESCHE E AMARETTI E CIOCCOLATO
(liberamente ispirato all'omonimo semifreddo
la cui ricetta è pubblicata su "Sale e pepe" di luglio 2011)
INGREDIENTI
200 grammi di amaretti
un kilogrammo di pesche
3 dl di panna (o 300 g di ricotta)
100 grammi di zucchero
100 grammi di cioccolato fondente
un limone non trattato
un kilogrammo di pesche
3 dl di panna (o 300 g di ricotta)
100 grammi di zucchero
100 grammi di cioccolato fondente
un limone non trattato
PROCEDIMENTO
Scottare le pesche in acqua bollente, sbucciarle e tagliarle a pezzetti; far cuocere le pesche con lo zucchero, la scorza e il succo del limone per venti minuti, a fiamma bassa. Scolarle, tenendo da parte il succo di cottura, e frullarle, dopo aver tolto la scorza del limone. Mentre le pesche si raffreddano, ridurre in briciole gli amaretti (con il pestacarne, con il mattarello, a pugni, con il tritatutto .....). Mescolare gli amaretti sbriciolati alle pesche, tenendone da parte un cucchiaio abbondante per guarnire. Lasciar riposare e nel frattempo montare la panna, se l’avete e soprattutto se non è scaduta o, in alternativa, la stessa quantità di ricotta.
Ora, a questo punto, la ricetta dice di far sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente, ma io ho rapporti poco cordiali con lo “scioglimento” del cioccolato per cui l’ho ridotto a scagliette.
Dato che il dolce era destinato a una serata a casa di amici, invece che assemblare il dolce come consigliato in uno stampo da plum cake, con i rischi conseguenti di non riuscire a sformarlo, ho utilizzato coppette singole (in plastica ahimè, ma non volevo creare problemi alla padrona di casa).
In ciascuna coppetta alternare uno strato di composto di pesche e del cioccolato a scaglie, fino ad esaurire il composto di pesche. Passare in freezer per qualche ora: la ricetta dice 8 per il semifreddo “monoblocco”, ne basta la metà per le monoporzioni; tutto dipende poi da come piace il semifreddo, se più cremoso o più simile ad un gelato.
Per la salsa unire al succo delle pesche il cioccolato fuso avanzato (o se non vi è avanzato perchè non lo avete sciolto, farlo sciogliere per forza).
Al momento del dolce cospargere la superficie di ogni coppetta con un po’ degli amaretti avanzati e servire con la salsa al cioccolato.
Io ho trasportato tutto in una borsa frigorifero e, anzichè nel freezer, le coppette sono state in frigorifero le ultime due ore, per cui il semifreddo aveva la consistenza cremosa che piace a me.
Importante: questi imprevisti richiedono però un “accessorio” fondamentale: un marito imparziale e critico al punto giusto, al quale far assaggiare il risultato. In caso di giudizio negativo, uscire di casa un po’ prima e passare in gelateria/pasticceria per non presentarsi a mani vuote dagli amici, soprattutto se si è promesso “il dolce lo portiamo noi”.
Mi piace visitare il tuo spazio..trovo e provo un sacco di piaceri diversi e li condivido,li apprezzo , li capisco e..ti faccio tanti complimenti.Sei bravissima.
RispondiEliminafelice agosto,Monica