giovedì 6 ottobre 2011

Paradelli coi pinciruoli



Un piccolo ritaglio di tempo per una ricetta fatta di niente, la ricetta del "paradello" che sta a mio padre  come le patate americane stanno a mia madre, che  ha sapore d’infanzia e  mi riporta alla mente merende d’autunno di tanto tempo fa;  la ricetta di un piatto povero della tradizione lombarda che cambia nome  al cambiare del paese (quasi) e che è stata motivo di discussione con amici “indigeni”, i quali sostenevano che io,  non essendo  "laghèe" purosangue, non sarei stata capace di prepararla.
E invece sono capace (e chi non lo sarebbe?!) ....

Ingredienti 

  • 200 - 250 grammi di farina
  • latte q.b.
  • 1 uovo (facoltativo) 
  • 1 pizzico di sale 
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • acini di uva americana : in dialetto "pincirö" (pinciroeu), italianizzato in "pinciruoli")

  • olio per friggere






Procedimento

Preparare una pastella amalgamando l'uovo con la farina e aggiungendo il latte un po' alla volta, mescolando con cura perchè non si formino grumi (la versione poverissima della ricetta prevede una pastella di solo latte e farina, senza l'uovo). Quanto latte si deve aggiungere?  qui si dice che si deve fare "a stim", ovvero a stima, a occhio, in modo da avere una pastella nè troppo densa nè troppo liquida...
Aggiungere sale e zucchero e mescolare; lasciar riposare un'oretta, in modo che la pastella si gonfi, diventando cremosa. Poco prima di friggere buttare nella pastella gli acini d'uva americana (2-3 per frittella) precedentemente lavati.
Scaldare l'olio in una padella bella larga e, quando sarà bollente, versarvi la pastella a cucchiaiate, per ottenere delle piccole frittelle. Farle cuocere da entrambi i lati, girandole con una paletta, a fuoco non troppo alto perchè non brucino. Quando i "paradellini" sono diventati belli dorati,  metterli su un piatto con carta da cucina per farli ascigare un po'. Servirli caldi, spolverizzati di zucchero.



nota a piè di pagina n. 1: come dicevo sopra,  il paradello cambia nome  con una certa frequenza: basta  spostarsi di pochi chilometri perchè si chiami anche cutizza, cutiscia o laciada.

nota a piè di pagina n.2: invece che gli acini di uva americana, si possono aggiungere fettine sottilissime di mela e, invece di fare delle frittelline, si possono fare  frittelle grandi come la padella, da dividere a spicchi.

nota a piè di pagina n.3: una volta questo piatto poverissimo costituiva un pasto completo (non all'età della pietra, ma quando mio padre era  bambino sfollato qui dai nonni, in tempo di guerra); adesso ci sono ristoranti raffinati dove i paradelli vengono proposti come insoliti dolcetti tipici....

nota a piè di pagina n. 4: le foto sono quelle che sono, ma sono state scattate di corsa, in cucina, di sera (ho tutte le attenuanti del caso)

6 commenti:

  1. Sai che proprio qualche giorno fa, una mia vicina di casa mi raccontava di una ricetta molto simile a questa, una merenda semplice fatta di latte, zucchero e farina e mi sembra li chiamasse "chisulì" o qualcosa del genere...
    Però, mi piace l'idea della frittella gigante con le mele!

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  2. Ciao! Abbastanza casualmente imbattuto in questo blog, ma mi affascina le ricette interessanti e deliziose, così come le immagini incredibilmente belle. Proposta con uve aspetto molto appetitoso. Complimenti!

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  3. Per Lolle:
    Acuni piatti poveri "di una volta" cambiano nome al cambiare della località, ma spesso si assomigliano negli ingredienti:i paradelli in fondo non sono altro che frittelle...

    Per Moni:
    Benvenuta! Mi fa piacere conoscere in questo modo anche persone che abitano lontano! Grazie per i complimenti per le immagini. Ti aspetto presto.

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  4. I tuoi piè di pagina li adoro!! Grazie e grazie perchè venire a trovarti mi piace sempre così tanto!
    Felice settimana Monica

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  5. che golosità, grazie per questa interessante ricetta. un abbraccio

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  6. Ciao Claudette,
    grazie per i complimenti e per essere passata a trovarmi.
    Questa ricetta non la sapevo,
    adesso è nella mia agenda,
    al più presto la proverò,
    dev'essere squisita.
    Angela

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