martedì 13 maggio 2014

Parere e non essere

Vacanze?
No….dieci minuti di pausa, facendo finta che il telefono non suoni, 
 la Pulce non chiami, la pentola a pressione non fischi  ………


Crociera nei fiordi norvegesi?
No, viaggio in traghetto per andare  a cena da amici, dall'altra parte del lago



Fotomontaggio?
No, il regalo a sorpresa  di un piccolo temporale serale


Dolomiti?
No, il panorama quotidiano dalla finestra del soggiorno 
(ma ci sono così abituata che – a volte – non mi rendo conto di quanto sia spettacolare)


La giungla?
No, il  sambuco in piena fioritura dietro casa che profuma l’aria di primavera
 


E visto che il sambuco è lì, fiorito e a portata di mano è ovvio che io abbia già infornato un paio di pan meini, nel rispetto della tradizione.

 Ma  non si può passare la vita infornare "torte tristezza" – come mio fratello si ostina  a chiamare il pan meino-   e allora, da tempo facevo la corte a questo ……..

Sciroppo di sambuco
La ricetta non è mia – ovviamente – ma di Gaia: a lei ricorda il Tamigi a me l’Alto Adige

Ingredienti 

 
8 - 10 fiori di sambuco
500 grammi di zucchero
1 litro di acqua
2 limoni bio (Gaia ne usa tre, ma i miei erano grossi)

Procedimento

Sciacquare i fiori e metteteli  in un barattolo di vetro con lo zucchero, l'acqua e i limoni tagliati a spicchi, mescolare perchè lo zucchero si sciolga (il mio era normale zucchero semolato e quindi non si è sciolto subito); chiudere il barattolo con una garza o una tela  e lasciar macerare un paio di giorni.
Dopo il tempo di riposo, filtrare, strizzate i limoni e conservare  in frigo in una bottiglia chiusa.
 

Vista la dose di zucchero è chiaro che il risultato è  uno sciroppo dolcissimo che  va diluito con acqua fredda naturale o  - come preferisco io - frizzante.



Nota a piè di pagina n. 1: il mio dubbio riguardava i tempi di conservazione dello sciroppo, visto il metodo di preparazione "a freddo"; il problema non si è posto perchè non c'è stato bisogno di conservarlo (è già finito). Ho visto in giro però anche delle ricette che prevedono la bollittura... vedrò: se il sambuco è ancora disponibile a chilometro zero proverò anche la seconda versione.

Nota a piè di pagina n. 2: per la preprazione della dose indicata ho usato due barattoli: uno da un litro  e uno un po' più piccolo, dividendo fiori, zucchero e limone più o meno  2/3 a 1/3.

Nota a piè di pagina n. 3: ho preparato lo sciroppo, ma non ho avuto il tempo di fare il pane, e mi sono dimenticata di comprarlo.... mi ha salvato un soda bread arricchito di semi vari (gli stessi usati per i segnaposti pasquali), che ha il grande dono di essere pronto in meno di un'ora.

11 commenti:

  1. ..bellissima la "tua" montagna...e anche l'arcobaleno...dei fiori di sambuco ho solo un ricordo...e a te mando un abbraccio!

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    1. Quando ero abmabina era raro vedere l'arcobaleno, ma in questi anni sul lago ne ho ammirati tantissimi e spesso "doppi": un vero regalo della pioggia!
      Claudette
      p.s. : se vuoi il ricordo del sambuco si può "rinfrescare"....

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  2. Invita alla convivialità questo post. Buono da morire lo sciroppo di sambuco che io conosco solo nella versione "a caldo" e quel pane...che meraviglia!

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    1. Il soda bread è facilissimo e ho scoperto che viene perfetto anche in mancanza di yogurt naturale o di latticello: basta usare latte e aceto leggero (io ho usato quello di mele). Proverò anche la versione "a caldo" dello sciroppo": tu come lo prepari?
      Claudette

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  3. E' lo stesso metodo che ho imparato l'estate scorsa dal gestore di una malga, sulle Alpi... purtroppo non sono brava a riconoscere i fiori e non ho mai avuto il coraggio di raccogliere qualcosa che credevo fosse sambuco, ma poteva non esserlo... non so se lo sciroppo di stramonio potrebbe essere altrettanto gradevole :-)

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    1. Il sambuco lo riconosci a naso: all'aperto ha un profumo intenso ma dolcissimo; portane a casa qualche "ombrellino" e mettili in cucina ad essiccare e ti sembrerà di avere ospite un'intera colonia di gatti (maschi) innamorati.........
      La prossima volta che esci tra le verdi colline toscane vai a caccia di sambuco!
      Claudette

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  4. ma che belle foto! che panorami!!! ma lo sai che io sono una "donna lacustre"? nel senso che adoro i laghi, in primis il lago di Como...dove vado spesso fin da quando ero bambina ...non ho mai usato il sambuco in cucina e tu mi hai fatto venire voglia di provare!!! un abbraccio! (delizioso il tuo blog!)

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    1. Io invece, nata cittadina, sono diventata lacustre da bambina, e sono cresciuta sulle rive di quel lago che adori.
      Il sambuco in cucina è un classico della tradizione lombarda, soprattutto nei dolci: è meno raffinato e più rustico di altri e più nobili fiori che si usano in cucina (vuoi mettere il confronto con le violette candite?) ! Se vuoi provarlo, qui sul lago è ancora in piena fioritura..
      Claudette

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  5. ma che incanto di posti! Mi piace così tanto il lago!
    Ahahahahah il sambuco l'avevo raccolto una volta per fare qualcosa (non ricordo più) e mio marito lo ha buttato perché sapeva di piscio di gatto!
    Invece lo sciroppo è così buono!
    Ma perché il pan meino è triste? Uff questi uomini! Se le torte non sono piene di panna e creme degne della corte del Roi Soleil...non le degnano di uno sguardo. Mio marito non dice che sono tristi, ma le chiama le torte seccacce e gnucche :(
    Ciaooooo ;)

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  6. E dire che tutti gli anni mi riprometto di prepararlo... appuntamento perso anche stavolta!
    Certo che dalla tua finestra si gode uno spettacolo unico... davvero ci si abitua a tanta bellezza?
    Per quanto riguarda gli afidi delle rose (a proposito del tuo commento al mio post) ho letto che si può provare a vaporizzare una miscela di aceto e acqua... tentar non nuoce!

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  7. a volte ci dimentichiamo di quante cose belle ci sono intorno a noi, e anche un semplice fiore di sambuco ha tutto il suo fascino.
    mi piace questo post positivissimo e mi piace lo sciroppo!
    grazie Claudette!
    Sandra

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